Non è noto l’anno preciso in cui prese forma, ma alcuni documenti di archivio testimoniano che a Verolavecchia era presente una parrocchiale precedente a quella attuale e risalente alla fine del Quattrocento, costruita nella zona corrispondente all’attuale presbiterio e con la facciata rivolta a sud.
Nel 1563, quando arrivò in visita pastorale il vescovo Bollani, l’edificio non era ancora ultimato, tanto è vero che il vescovo evidenziava la necessità di intervenire per costruire “in muratura con volte a crociera le due altre campate che non lo sono, […], sia fatto il pavimento della chiesa”.
Al 1698 risale la costruzione della sagrestia. Attorno al XVIII secolo la vecchia parrocchiale risultava essere piccola, non in grado di ospitare la popolazione in aumento e, come riportato nel libro dei morti, il 2 febbraio 1737 nel necrologio di G. B. Pancheri si accennava ad un legato di 1200 scudi lasciato dal defunto per la costruzione di una nuova parrocchiale.
Il 1753 fu un anno significativo, perché cominciarono i lavori di costruzione della nuova parrocchiale di Verolavecchia. Il luogo scelto per erigere la nuova chiesa fu l’area della vecchia parrocchiale dove venne inglobato anche lo spazio dedicato al cimitero. La prima pietra della fabbrica venne benedetta il 15 ottobre del 1753 dal parroco di allora don Butturini e i lavori di costruzione furono fatti seguendo il disegno preparatorio di Domenico Prandini di Calvisano, progettista anche delle chiese di Leno, Montirone, Gottolengo. La direzione dei lavori fu affidata al capomastro G. Battista Mosca da Pontevico. Rispetto alle impostazioni tradizionali in cui l’altare è rivolto verso Oriente, la nuova chiesa di Verolavecchia venne orientata in modo opposto, verso occidente per mettere in contatto diretto la sagrestia con la canonica.
Tra il 1753 e il 1768 i muri perimetrali e la facciata dell’edificio furono innalzati e nel 1767 la vecchia chiesa venne demolita in modo completo per lasciare spazio al nuovo presbiterio. La neonata chiesa aveva una navata unica con cappelle laterali su ambo i lati e una copertura con volta a botte. I lavori si spostarono poi all’interno dell’edificio per la realizzazione degli altari partendo da quello dei Morti, seguito da quello della Madonna del Rosario, quello del Corpo di Cristo, della Santa Croce e quello dedicato Angela Merici, che in all’epoca non era ancora Santa, ma beata.
Il 1776 è ricordato come l’anno in cui venne eretto l’altare maggiore per mano dello scultore Lorandi che seguì il disegno di Bernardino Carboni, finendo i lavori nel 1787. Per l’altare venne realizzata attorno al 1773 da G. Battista Rusca di Pralboino una soasa in gesso, si pensa su disegno preparatorio del Carboni, munita di due piccoli angeli posti in cima per mano di Beniamino Simoni.
Nel 1774 veniva fatta la pavimentazione della navata e nel 1779 si procedeva alla posa dei gradini del presbiterio. Nel 1781, a giugno, al Moladore veniva commissionata la realizzazione del pavimento del presbiterio.
Da ricordare che nell’arco di anni che vanno dal 1770 e nel 1783 furono dipinte le tele inserite negli altari presenti nella chiesa: la pala dell’altare del Corpo di Cristo di Francesco Savanni nel 1771, quella dell’altare della S. Croce (1770), dell’altar maggiore (1783), seguite da quelle dedicate a S. Angela Merici (1770), ai Morti (1770) e alla Madonna del Rosario (1775) di Sante Cattaneo. Nel 1776 il pittore Pietro Ferrari riceveva l’incarico di dipingere la nuova sagrestia, pavimentata nel 1777. La facciata della chiesa fu eseguita sempre dal Carboni che presentò un modellino tra il 1776/77, per attuare l’inizio e dei lavori nel 1778 e, nel 1780, la posa dei marmi di Botticino dello zoccolo e della facciata.
Quest’ultima è composta da due ordini architettonici di linee pure, semplici, fatti da lesene con capitelli lineari dove compaiono festoni di fiori, che hanno la funzione di scandire spazi regolari nel primo ordine, nel quale si trova il grande portone ligneo di accesso. Le lesene tornano anche nel secondo ordine dove i capitelli richiamano l’ordine ionico per le volute a spirale munite di decorazioni floreali come nell’ordine inferiore. Al centro un grande finestrone dove entra la luce nella chiesa e due nicchie, sempre accompagnate da cornice che ospitano le statue dei Santi Pietro e Paolo, pensate dal Carboni e scolpite da Giovan Maria Moldore da Virle, che si occupò anche delle balaustrine, degli acroteri e dei capitelli delle lesene.
Gli stucchi e gli interventi di rifinitura della facciata furono affidati a Giuseppe Rossi. Il 1782 è ricordato perché per la chiesa cominciarono i lavori di edificazione del nuovo campaniletto annesso ad essa, su disegno del Mosca, che andava a sostituire quello della precedente, demolito.
Nel 1783 cominciava anche la costruzione del porticato a ridosso del lato destro della chiesa e sempre nello stesso anno veniva realizzata la pavimentazione della piazzetta del sagrato, delimitata poi da una ringhiera di ferro. Gli interventi di finitura sulla nuova parrocchiale durarono fino al 1790 circa.
Alla fine del XIX secolo il parroco di allora, don Andrea Mombelli (a Verolavecchia dal 1896 al 1928) chiamò il pittore Luigi Tagliaferri affidandogli gli affreschi, al Bianchini gli stucchi della volta e della navata del presbiterio e allo Zimbelli diverse opere di indoratura.
Nel 1837 si procedette al posizionamento del nuovo organo, tutt’ora esistente, ad opera dei fratelli Serassi di Bergamo, elettrificato nel 1967. Diversi dono stati gli interventi di restauro trai i quali quello del 1989, quando furono restaurate le superfici interne della chiesa e verso nel 1990 e nel 2000 con interventi per il rifacimento del manto di copertura.
Al 2000 risalgono le lavorazioni per il rifacimento del manto di copertura e nel sagrato per il superamento delle barriere architettoniche. Nel 2012, dopo il terremoto dell’Emilia, Lombardia e Veneto arrivato anche a Verolavecchia, il piccolo campanile della chiesa costruito nel 1782 su progetto del Mosca è stato rimesso nella sua posizione originaria e fasciato da una struttura metallica.
Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo

Luogo
Via Liberazione, 2, 25029 Verolavecchia BS