Riguardo alle origini di Verolavecchia sembra fossero presenti insediamenti umani già ai tempi della Preistoria, ma i segni concreti della presenza di esseri umani è evidenziata dal ritrovamento di tre lapidi di epoca romana rinvenute nel XX secolo nel territorio tra Verolavecchia e Scorzarolo e oggi poste al museo Santa Giulia di Brescia, dove c’è un’ampia sezione dedicata ai reperti come lapidi, epigrafi e sculture risalenti all’antica Brixia di epoca romana.

Si pensa che il territorio di Verolavecchia fosse inserito nel grande fondo nato come conseguenza della colonizzazione romana, molto presente nella provincia di Brescia. Il fondo è noto con il nome di “pagus Farraticanus”. Seguendo il passaggio del tempo, si scopre che Verolavecchia finì nella Pieve di Quinzano e solo dopo una serie di vari passaggi di proprietà, dovuti probabilmente a donazioni di re o duchi longobardi, il paese passò sotto il controllo della Badia di Leno. Nonostante questi movimenti storici, geograficamente Verolavecchia rimase sempre in una posizione isolata che le permise di avere lunghi periodi di pace. A dimostrare questo il fatto che non esistono – e fino ad ora non sono stati ritrovati- documenti nei quali si parla di guerre, conflitti, saccheggi avvenuti a Verolavecchia.

Verolavecchia si è sempre posta nella storia come una borgata umile e poco conosciuta, questo magari dovuto anche alla sua posizione geografica che la rendeva un po’ isolata. La sua natura geografica la rende abbastanza isolata. L’essere posizionata tra Quinzano d’Oglio e Monticelli a sud ovest, Scorzarolo e Verolanuova a nord est e lontana dalla grandi vie di passaggio il paese ha vissuto nel corso della storia lunghi periodi di pace. Non ci sono cronache o citazioni passate sul territorio di Verolavecchia e sul suo coinvolgimento in particolari battaglie, saccheggi o stragi. Ci sono antichi documenti datati 1194 dove si citava un “flumen Virolae” e nel 1196 si nominava “Verola Vetulla”.

Durante le guerre tra Milano e Venezia  nel XV secolo passarono da Verolavecchia bande armate che ne conquistarono il castello. Di seguito il borgo di Verolavecchia entrò a far parte dei domini di Venezia dove rimase fino alla fine del XVIII secolo, quando arrivarono in Francesi guidati da Napoleone Bonaparte che rimase fino al 1814, anno della sua caduta e del ritorno degli Austriaci in Italia e nelle terre dove si trova Verolavecchia. 

Oggi Verolavecchia ha tra le sue frazioni Monticelli, che fino al 1842 fu comune autonomo. Dopo l’unità d’Italia, Verolavecchia divenne comune libero e indipendente, ma tra il 1927/28, a conseguenza di un decreto voluto dal Fascismo, il Comune perse l’ autonomia comunale e venne unificata a Verolanuova. L’autonomia ritornò dopo la Seconda guerra mondiale, il 6 marzo del 1948 e dopo un percorso lungo e travagliato nel quale tutta la popolazione venne coinvolta.